Verso piazza delle Erbe, nella Loggia del Salone, con lo sguardo rivolto al soffitto e un biglietto in mano, pronti a recitare l'ultima preghiera nella speranza di vincere e sentir pronunciare i numeri giocati, si assisteva a quello che è un gioco antico la cui formula, fin dall'inizio, conquisto tutti perche e un intreccio magico fra sorte e calcolo. II Lotto, conosciuto nella forma attuale, fu istituito con decreto nel 1733 dalla Repubblica Veneta e la prima estrazione a Venezia avvenne il 5 aprile del 1734. Nel corso della stesso anno arrivo anche a Padova. Nella città patavina il primo ricevitore fu un certo Nicola Magni Si tratta di un gioco che racconta I'Italia, i costumi, le tradizioni, nato nel XV secolo dalle "borse di ventura" toscane e diventato nel 1576 a Genova il Gioco del Seminario, con la riforma di Andrea Doria, politico e nobile della Repubblica di Genova. Si poteva scommettere sulle cariche politiche che sarebbero entrate al Senato. Si diffuse in tutta Italia, adattandosi alle tipicità locali. Milano l'istituì nel 1665, a Roma si lego alla Chiesa e allo Stato pontificio, che vi abbino la beneficienza (era l'unico modo per evitare questioni morali); a Torino fu definitivamente introdotto nel 1742, mentre a Napoli la prima estrazione risale al1682, fu poi formalmente istituito sotto i Borboni nel 1735. Come "Lotto delle Zitelle", variante torinese del Gioco del Seminario, si permetteva invece di scommettere sulle ragazze povere in attesa di marito: ogni donna veniva abbinata a un numero, e le cinque vincenti avevano in premio la somma di cento lire da utilizzare per la dote. Questa interpretazione del gioco ottenne un grande successo in Europa, e fu introdotta in Francia, poiché molto apprezzata dal veneziano Giacomo Casanova. A Venezia, dalla meta del Seicento si giocava il "Lotto del Ponte di Rialto", con cui il Senato organizzava una lotteria con premi in immobili, che fu poi istituzionalizzato nel 1733. A Padova si ricorda, di particolar fortuna, 1'estrazione del 21 gennaio 1745, che fece vincere alle monache di San Pietro in Padova una cifra tanto alta che dovettero recuperare i soldi con una carriola ,Soppresso dai francesi nel1797, mentre nel frattempo al Teatro Nuovo, oggi Verdi, alla gente non restava che ritrovarsi per giocare alla tombola tre volte a settimana, venne nuovamente istituito sotto Napoleone, nel 1807. Fu il governo napoleonico che creo la Ruota di Padova, con prima estrazione il 7 febbraio. II gioco pero ebbe alterne vicende tra ripristino e soppressione che seguivano alle decisioni dei governi che si succedevano nella città. Gli austriaci l'8 novembre 1813 lo soppressero e, con decreto dell'8 marzo 1814, lo ripristinarono. Gente d'ogni classe animava l'estrazione nella Loggia del Salone, a piazza delle Erbe, in attesa del banditore dei numeri e della sua voce stentorea. Con l'unita d'Italia la gestione passo allo Stato, e fu ufficialmente chiamato "Gioco del Lotto". Una volta entrato a far parte delle entrate del bilancio statale permise la raccolta di proventi da destinare alla costruzione di opere pubbliche. Di Loggia in Loggia, nell'ottobre 1864 l'estrazione a Padova si sposto in piazza dei Signori, sotto i portici che "guardano" a sinistra il suo famoso orologio astronomico. Liberato il Veneto nel 1866 dalla dominazione austriaca, come "Lotto italico" il meccanismo subì qualche modifica; la pili importante avvenne il primo gennaio 1868, quando fu soppressa la Ruota di Padova. L'ultima estrazione padovana avvenne il 28 dicembre 1867. Da meta anni Novanta del Novecento la gestione nazionale passo a Lottomatica e, facendo un balzo in avanti nel tempo, e proprio da questa fonte che, nel corso del 2016, sono arrivati due milioni di euro per il restauro della Cappella degli Scrovegni di Giotto, e già ne erano arrivati per il Palazzo della Ragione e il Santo. Del resto si tratta di un fenomeno connaturato alla storia dell'uomo e anche alIa sua natura, non da reprimere, ma da praticare, in caso, in forma sana e circostanziata. A ogni modo un numero buono da giocare sull'onda delle memorie di Padova potrebbe essere tra queste righe, per chi ci erede, e chissà che non porti fortuna.
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